Oggi facciamo due delle mie cose preferite, parlare di libri e stilare classifiche: ecco quindi i libri del 2020 che ho più amato

È giunto quel momento in cui si tirano le somme: la fine dell’anno. Che orrore, vero? Infatti io tiro le somme solo sui libri che ho letto, riflettendo con attenzione su quelli che ho apprezzato o detestato (così mi distraggo dal pensare a tutti i risultati che non ho raggiunto, ai buoni propositi mancati, ai rimpianti, al tempo che passa, e va bene la smetto). Da questa analisi estremamente ponderata nasce la mia classifica sui migliori libri del 2020 (piccolo disclaimer: non sono per forza libri usciti quest’anno)!

Trilogia Queste oscure materie

Una trilogia con protagonista una ragazzina furba e intelligente, una feroce critica al mondo clericale e un world building da far invidia a quello di Harry Potter? Yes please!

Questa è stata la mia reazione quando la mia amica Chiara mi ha parlato per la prima volta, e in termini a dir poco entusiastici, della trilogia di Philip Pullman Queste Oscure Materie. Mi sono bevuta nel giro di poche settimane tutti e tre i libri, alla veneranda età di 29 anni. D’altronde non è la prima volta che mi capita di arrivare con ritardo a successi mainstream: confesso di aver letto per la prima volta i libri di Harry Potter a 24 anni.

Se ho rimpianto di non essermi gustata quest’ultimi da piccola (forse alle elementari vivevo in una bolla, non so spiegarmi perché non lo feci), sono contenta invece di aver letto la trilogia di Pullman da grande: ha davvero tante chiavi di lettura che forse non avrei colto da piccola. Anche se sarebbe stato divertente sviluppare già alle elementari un animo anticlericale, dato che andavo a scuola dalle suore.

La trilogia Queste Oscure Materie è stata recentemente trasposta anche in una serie TV, arrivata anni dopo il flop del film. A differenza di Harry Potter, ha conosciuto infatti una storia travagliata: probabilmente è tutta colpa della Chiesa, come nel libro. Un peccato, perché è davvero cento volte più coinvolgente e caleidoscopico di Harry Potter (ora mi ritroverò i potteriani sotto casa), per quanto anche questa saga mi sia piaciuta (forse me la scampo).

Confidenza

Un libro in cui si scandagliano con la precisione del tubo della colonscopia i rapporti umani e soprattutto quelli di coppia? Yes please!

Confidenza è il primo libro che leggo di Domenico Starnone e mi ha colpito in positivo. Di solito me ne sto alla larga da questi romanzi in cui un Uomo di Cultura riflette con Ironia e Malinconia sulla vita di coppia, di solito perché è sposato con una donna che non lo capisce, mentre il suo Primo Amore eccome se lo capiva. Eppure in questa lista, oltre a Confidenza, troverete anche un altro libro simile: la coerenza prima di tutto.

Tuttavia Starnone non si prende troppo sul serio e non ha paura di mostrare gli spigoli più vergognosi del suo protagonista, che poi non fa nulla di particolarmente malevolo: è solo uno che a volte è un po’ coglione, come tutt* noi. Però continuo a pensare che vorrei leggere dei libri simili ma dal punto di vista femminile.

Il professore di desiderio e Lamento di Portnoy

Amo alla follia Philip Roth, nonostante i suoi tratti misogini accidenti a lui, infatti almeno una volta all’anno devo leggere uno o due dei suoi libri, cercando di arrivare a capo della sua prolifica attività scrittoria.

Il primo libro di Roth letto nel 2020 è Il professore di desiderio, che mi ha ricordato per certi versi Confidenza di Starnone, come anticipavo nel paragrafo precedente. Devo ammettere che ho preferito Roth, perché riesco sempre di più a immedesimarmi nei suoi protagonisti, sebbene siano solitamente maschili: spesso, infatti, riesce a dar loro dei tratti così universali da farmi sobbalzare e pensare “Gesù, come fa a sapere questo di me?”. Roth prende la realtà e te la mostra davvero, con delle parole semplicissime che usi tutti i giorni: solo che non avevi mai pensato a metterle in fila, una dietro l’altra, proprio in quella maniera così chirurgica ed evocativa.

In Lamento di Portnoy mi è stato decisamente più difficile immedesimarmi col protagonista, dato che, in parole povere, è un segaiolo con centomila turbe; però fa ridere in maniera talmente sguaiata da farti dimenticare ogni velleità di immedesimazione.

Esploriamo il diabete con i gufi

Dua Lipa e David Sedaris mi hanno salvato la vita nel lockdown del 2020: grazie alla prima prendevo il sole il giardino ascoltando le canzoni svuota-mente (ma non per queste idiote) dell’album Future Nostalgia, e col secondo ridevo talmente di cuore da scordarmi il motivo per cui stavamo rinchius* dentro casa.

Attenzione però, perché a volte David Sedaris è piuttosto subdolo. Un attimo prima stai lì a dirti che non avresti mai pensato di poter trovare la colonscopia divertente (ne fa un resoconto dettagliato in uno dei capitoli di Esploriamo il diabete con i gufi) e l’attimo dopo ti ritrovi annichilita dalle sue parole, singhiozzando per il rapporto che Sedaris ha con il padre, e non sai nemmento tu come ti sei ritrovata a quel punto. Però in fondo sei contenta, perché tra le lacrime e le risate arriva netta la consapevolezza di stare di fronte a un giocoliere eccelso delle parole.

Anna Karenina

Dopo aver letto il libro di Sedaris mi sono detta “Perché no, ora frantumiamoci il cuore leggendo la storia di una donna che si è gettata sotto un treno perché non aveva più ragioni di vita”. Non penso di fare spoiler perché Anna Karenina è uscito nel 1877.

D’altronde, con gli impegni della vita normale e non coviddata e lockdownata, quando mai avrei avuto il tempo di leggere 1000 pagine e passa di mattone russo? Forse giusto se finissi in carcere: credo che sia anche l’unico modo per leggere finalmente Infinite Jest di David Foster Wallace. Ci farò un pensierino.

Comunque: Anna Karenina è IL romanzo definitivo su tutto, l’amore, la società, la famiglia e soprattutto le madri. Ultimamente, e per fortuna, nei film e nelle serie TV si sono viste diverse madri (penso ad esempio a Mrs Maisel) che non ricoprono la figura dell’angelo del focolare ma che decidono di vivere la propria vita nonostante i figli: beh, la nostra Anna fu una delle prime. Complessa, analitica, coraggiosa e anche fragile, è un personaggio molto molto moderno.

Oltre a lei, però, c’è tutta una schiera di personaggi interessantissimi di cui si analizza soprattutto la vita con il coniuge. Il mio preferito è Lèvin, in cui mi sono immedesimata profondamente (mi immedesimo molto più spesso in personaggi maschili che femminili, devo parlarne con la mia psicologa?).

Goffo, rimugina sempre, a volte è scontrosetto ma in fondo di buon cuore; per Lèvin solo tanto affetto, anche nell’infinito episodio in cui falcia l’erba. Ne avevo sentito parlare con orrore da diverse persone che denunciavano l’inutilità e la lunghezza spropositata di questa sottotrama e mi ero preparata psicologicamente ad affrontarla, ma poi quando mi ci sono ritrovata in mezzo ci ho  fatto caso dopo un po’ e l’ho persino apprezzata.

Guida il tuo carro sulle ossa dei morti

Questo romanzo della premio Nobel Olga Tokarczuk lo definirei uno strano thriller animalista e astronomico. Fossi in voi e leggessi questa definizione lo comprerei subito, suvvia. Quello che mi ha colpito di più è l’inedito miscuglio di tenerezza e antipatia che mi ha suscitato la protagonista, un’anziana donna a cui uccidono i cani e che vive nel mezzo di una foresta innevata in Polonia. Ve l’ho detto che era bizzarro!

Wolf Hall

Intrighi a corte! Anna Bolena! La peste! Se amate i drammoni storici molto, molto, dettagliati e personagg* carismatic* e psicanalizzat* a 360 gradi, allora Wolf Hall fa per voi. La pazzia e la corte di Enrico VIII sono raccontate dal punto di vista di Thomas Cromwell, uomo dai mille talenti, nonché dalle molte fortune e altrettante sfortune. Si tratta del primo libro di una trilogia dalle tante, tantissime, pagine che probabilmente finirò di leggere in caso finissi in carcere.

Questa è l’America

Dopo l’Inghilterra, passiamo ai loro cugini americani: Questa è l’America di Francesco Costa te li spiega come nessuno ha fatto mai, e infatti sfata un sacco di miti. Un esempio? Non è vero che tutti gli americani hanno delle armi in casa: in realtà solo una piccola percentuale di essi ha questa mania, solo che ne possiede in gran quantità. Questa è la parte migliore del libro: intendo, non solo scoprire delle verità sconosciute sull’America da sfoggiare come aneddoto alle cene, ma allenare la mente a guardare alla realtà in maniera diversa, o da più prospettive.